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INDICATORE AMBIENTALE: ACQUE SUPERFICIALI (2025)

 acque superficiali
 
 INDICATORE    OBIETTIVO    DPSIR    STATO ATTUALE TREND  
 
ACQUE SUPERFICIALI   
  Conoscere la qualità dei corpi idrici superficiali regionali (STATO ECOLOGICO e STATO CHIMICO) attraverso le attività di monitoraggio dei corsi d’acqua e degli invasi    S
   stato positivo    trend miglioramento 
ANNO / AGG.TO SCHEDA   2025 / APRILE            

Legenda:

DPSIR:           |  D - Determinante  |  P - Pressione  |  S - Stato  |   I - Impatto  !  R - Risposta
Stato attuale:  | stato positivo  Positivo  |  stato intermedio incerto  Intermedio o incerto  |  stato negativo  Negativo
Trend:            | trend miglioramento  In miglioramento  |  trend stabile incerto  Stabile o incerto  | 
trend peggioramento In peggioramento
Sigle utilizzate: ===
                     

 
CARATTERISTICHE DELL'INDICATORE (METADATI)
 
Descrizione                 
    

L’indicatore fornisce una valutazione complessiva dello stato di qualità dei corpi idrici superficiali interni (fiumi e invasi) a livello regionale, mediante due indici sintetici: lo stato ecologico e lo stato chimico. ARPAM effettua i monitoraggi della qualità dei corpi idrici fluviali e lacustri regionali, attraverso numerose attività di campo ed analisi di laboratorio. La qualità ambientale dei corpi idrici è valutata attraverso il monitoraggio di diversi indicatori, che esprimono le condizioni delle comunità biologiche, le condizioni chimiche e chimico-fisiche che caratterizzano l’ambiente acquatico. I dati raccolti sono aggregati, permettendo di stabilire le classi di qualità ecologica e chimica nell’ambito di un triennio di monitoraggio.

Definizioni

Lo stato ecologico esprime la qualità della struttura e del funzionamento dell’ecosistema acquatico e può essere valutato in cinque classi (elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo). Per la valutazione dello stato ecologico sono utilizzati una serie di indicatori (biologici, chimici, chimico fisici ed idromorfologici) rappresentativi delle diverse condizioni dell’ecosistema fluviale o lacustre.
Lo stato chimico è classificato sulla base della presenza delle sostanze chimiche prioritarie individuate dalla normativa (metalli pesanti, pesticidi, inquinanti industriali, ecc.) in concentrazioni superiori a standard di qualità ambientale; lo stato chimico è valutato in due classi, buono e non buono.

Riferimento normativo

La Direttiva della Comunità Europea 2000/60/CE “Direttiva Quadro sulle Acque” ha istituito un quadro di riferimento per l’azione comunitaria in materia di protezione delle acque. La Direttiva stabilisce il raggiungimento di uno stato di qualità buono per tutte le acque superficiali e sotterranee entro determinate scadenze. La possibilità di raggiungimento degli obiettivi di qualità è affidata principalmente al sistema di monitoraggio, volto a definire lo stato dei singoli corpi idrici ed a fornire indicazioni per l’individuazione delle opportune misure di risanamento. La Direttiva stabilisce che la tutela delle acque sia affrontata a livello di bacino idrografico, e l’unità territoriale di riferimento per la gestione del bacino è individuata nel Distretto idrografico.
Il D.Lgs 152/2006, recependo la Direttiva 2000/60/CE, ha cambiato il presupposto teorico su cui si basano i controlli ambientali: oggetto principale del monitoraggio è divenuto il corpo idrico, per il quale deve essere garantito il mantenimento o il recupero della qualità ambientale attraverso una serie di interventi di tutela e risanamento personalizzati. Il D. Lgs 152/2006 ed i decreti attuativi dettano i criteri tecnici per l’individuazione e la tipizzazione dei corpi idrici, l’analisi delle pressioni antropiche e degli impatti, il monitoraggio e la classificazione dei corpi idrici in funzione degli obiettivi di qualità ambientale.

Obiettivi normativi

Gli obiettivi che pone la Direttiva sono quelli di prevenire il deterioramento qualitativo e quantitativo delle risorse idriche e conseguire il miglioramento dello stato, per assicurarne un utilizzo sostenibile e mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate. Il valore di riferimento per l’espressione del giudizio di qualità è quindi rappresentato dalla naturalità dell’ecosistema e delle comunità biotiche che in esso vivono.
Per ogni Distretto idrografico deve essere predisposto un programma di misure che tenga conto dei risultati del monitoraggio e del livello di antropizzazione del territorio, in modo da garantire il raggiungimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva per tutti i corpi idrici.

Fonte dati ARPA Marche
Unità di misura Numero, percentuale
Unità elementare di rilevazione Stazione di monitoraggio
Livello_minimo_geografico                
Tratto fluviale, invaso
Copertura geografica  Regione Marche
Periodicità rilevamento indicatore
Triennale
Copertura temporale  2013 - 2023
Ultimo aggiornamento indicatore Aprile 2025
Prossimo aggiornamento indicatore Aprile 2028

 
RETE DI MONITORAGGIO DEI CORPI IDRICI FLUVIALI E LACUSTRI
 

Nel territorio regionale sono presenti 16 bacini idrografici principali, all’interno dei quali sono stati individuati e caratterizzati 189 corpi idrici fluviali significativi (179 regionali e 10 interregionali) e 7 invasi artificiali. L’Agenzia si occupa del monitoraggio della qualità dei corpi idrici superficiali tramite una rete composta da 125 siti fluviali e 7 siti lacustri, deputati al monitoraggio degli indicatori di qualità individuati dalla normativa.

I siti di monitoraggio fluviale sono distribuiti su tutti i principali bacini idrografici regionali, sia lungo le aste principali dei maggiori corsi d’acqua che a livello di numerosi affluenti. Complessivamente le stazioni utilizzate per le attività di monitoraggio permettono di classificare direttamente la qualità del 66% dei corsi d’acqua. I restanti fiumi sono valutati attraverso l’accorpamento con corpi idrici simili per tipologia e pressioni antropiche incidenti.
I corpi idrici lacustri individuati come significativi nel territorio regionale sono tutti invasi artificiali, utilizzati per diversi scopi (uso idropotabile, idroelettrico, irriguo, ricreativo). Per tutti gli invasi è stato individuato un sito per il monitoraggio della qualità ambientale.
La rete di monitoraggio regionale può essere suddivisa in tre sottoreti, distinte a seconda del tipo di monitoraggio effettuato: rete di sorveglianza, rete operativa, rete nucleo. La rete di sorveglianza ha la funzione di classificare la qualità dei corpi idrici valutati “non a rischio” e di orientare i futuri programmi di monitoraggio, tenendo sotto controllo i corsi d’acqua caratterizzati da assenza di pressioni antropiche e dalle migliori condizioni ambientali. La rete operativa ha lo scopo di classificare la qualità dei corpi idrici “a rischio” poiché soggetti a pressioni antropiche, e di valutare gli effetti delle politiche di risanamento adottate. La rete nucleo è costituita da stazioni che rimangono invariate nel tempo ed ha la funzione di valutare le variazioni a lungo termine della qualità dei corpi idrici, dovute a condizioni naturali o ad una diffusa attività antropica sul territorio.
Di seguito è riportata la mappa della rete regionale utilizzata per il monitoraggio delle acque fluviali e lacustri: per ciascun sito è indicato il bacino idrografico ed il corpo idrico su cui ricade, ed il tipo di monitoraggio (sorveglianza, operativo, rete nucleo) al quale è sottoposto.

 
Mappa interattiva delle stazioni di monitoraggio
(clicca sull'immagine)


ATTIVITÀ DELL’ARPAM: INDICATORI DI STATO MONITORATI E RISULTATI SULLA QUALITÀ DEI CORPI IDRICI
 

ARPAM effettua i monitoraggi della qualità dei corpi idrici fluviali e lacustri regionali attraverso numerose attività di campo ed analisi di laboratorio. Nell’ultimo triennio 2021-2023 sono stati raccolti ed analizzati oltre 4000 campioni (acque e campioni biologici).
Come previsto dalla normativa, la valutazione della qualità delle acque interne è effettuata attraverso il monitoraggio di indicatori biologici, di parametri fisico chimici, chimici ed idromorfologici. I risultati di tale monitoraggio permettono di assegnare a ciascun corpo idrico la qualità ambientale attraverso due indici sintetici: lo stato ecologico e lo stato chimico.

Lo stato ecologico è espresso in 5 classi di qualità: elevato, buono, sufficiente, scarso, cattivo, che rappresentano un progressivo allontanamento dalle condizioni di riferimento corrispondenti allo stato indisturbato. Nel caso di corpi idrici altamente modificati
 la cui natura è stata significativamente alterata a causa di attività umane, come la costruzione di dighe o la deviazione di corsi d'acqua, si parla di potenziale ecologico, espresso in 4 classi di qualità: buono e oltre, sufficiente, scarso, cattivo.

Tra gli elementi di qualità monitorati vi sono gli indicatori biologici previsti dalla normativa: macroinvertebrati bentonici, diatomee, macrofite e fauna ittica per i corsi d’acqua, fitoplancton per gli invasi. Gli indicatori biologici, o bioindicatori, sono organismi o sistemi biologici utilizzati per valutare le modificazioni della qualità ambientale, poiché sono estremamente sensibili agli stress naturali o antropici presenti nell’ambiente. Si va a valutare l'effetto che tali stress hanno sulle comunità biologiche che popolano l'ecosistema preso in esame, esaminando le specie presenti con le relative abbondanze, la presenza ed estensione dei loro habitat, la biomassa, la rappresentatività della popolazione in classi d’età nel caso della fauna ittica. L’insieme delle informazioni raccolte sono utilizzate per il calcolo di specifici indici previsti dalla normativa, che vanno a valutare quanto la comunità biologica si discosta dalle condizioni di riferimento, ovvero lo stato indisturbato. Gli indici utilizzati per valutare le condizioni chimico fisiche dell’ambiente acquatico sono il Limeco per i fiumi e LTLeco per gli invasi. Sono indici ottenuti dalla valutazione integrata di macrodescrittori che prendono in considerazione l’inquinamento da nutrienti ed il carico organico del corpo idrico. Agli indici Limeco/LTLeco è attribuita una delle 5 classi di qualità, mediando i valori ottenuti nel corso del triennio di monitoraggio.

I parametri chimici ricercati nei corpi idrici a supporto della valutazione dello stato ecologico sono indicati dalla normativa ed appartengono a diverse categorie di inquinanti (metalli, pesticidi, inquinanti industriali ……). A seconda che le concentrazioni riscontrate nelle acque superino o meno gli standard di qualità indicati dalla normativa, viene assegnata una classe buona o sufficiente a ciascun corpo idrico.
La classificazione finale di stato ecologico deriva dalla valutazione integrata degli indicatori biologici, del LIMeco/LTLeco e degli elementi chimici a sostegno, prendendo in considerazione la classe peggiore.

Lo stato chimico è classificato sulla base della presenza delle sostanze chimiche prioritarie individuate dalla normativa (metalli pesanti, pesticidi, inquinanti industriali ……) in concentrazioni superiori a standard di qualità ambientale; lo stato chimico è valutato in due classi, buono e non buono.

I grafici seguenti illustrano la qualità ambientale dei corpi idrici superficiali (acque interne) della Regione Marche nel triennio 2021-2023, in riferimento allo stato/potenziale ecologico ed allo stato chimico, così come definiti dalla normativa vigente. In generale per i corsi d’acqua, lo stato ecologico varia in base alle aree che esso attraversa: nelle zone montane si rilevano le classi migliori (buono), mentre via via che vengono attraversate aree più antropizzate, corrispondenti alla fascia collinare e costiera, lo stato ecologico tende a peggiorare (sufficiente, scarso), poiché aumentano le cause di disturbo che possono condizionarne la classificazione.

 
Qualità ambientale dei corpi idrici superficiali (acque interne) della Regione Marche nel triennio 2021-2023
 

Nel triennio 2021-2023 tutti i corpi idrici fluviali sottoposti a monitoraggio sono stati oggetto di classificazione. Lo stato/potenziale ecologico dei fiumi è nella maggior parte dei casi almeno sufficiente (solo nel 26% dei casi esso è insufficiente), mentre la qualità chimica è buona nell'62% dei controlli effettuati.
Riguardo gli invasi marchigiani, il potenziale ecologico risulta sufficiente in tutti gli invasi che è stato possibile classificare. Due invasi (Gerosa e Talvacchia) non sono stati classificati per il potenziale ecologico poiché è risultato impossibile accedere in sicurezza con l’imbarcazione al centro del lago, a causa del basso livello dell’acqua. Lo stato chimico è buono nel 57% degli invasi.

Classificazione dello stato ecologico dei FIUMI
Periodo di riferimento 2021-2023
Classificazione dello stato chimico dei FIUMI
Periodo di riferimento 2021-2023
   

 

 
   
Classificazione dello stato ecologico dei LAGHI
Periodo di riferimento 2021-2023
Classificazione dello stato chimico dei LAGHI
Periodo di riferimento 2021-2023
   
   
 

 
ANDAMENTO TEMPORALE DEI RISULTATI (TREND 2013-2023) (*)
 

La valutazione degli andamenti temporali (periodo 2013-2023) dello stato ecologico dei fiumi marchigiani evidenzia un generale peggioramento della qualità ecologica, con una diminuzione percentuale progressiva della classe buona ed un aumento della classe sufficiente. La percentuale di corpi idrici con classe insufficiente resta invece pressoché invariata. Nell’intervallo di tempo 2013-2023 si osserva una variabilità dello stato chimico dei fiumi, con la percentuale dello stato non buono che passa dal 20% nel triennio 2013-2015 al 13% nel triennio 2018-2020 al 38% nel triennio 2021-2023.

 Classificazione dello stato ecologico dei FIUMI
Andamento 2013-2023
 Classificazione dello stato chimico dei FIUMI
Andamento 2013-2023
   

 

 

   

Riguardo la qualità ecologica degli invasi nel periodo 2013-2020, si osserva che nel primo triennio tutti i corpi idrici erano in classe sufficiente; successivamente si osserva un trend positivo, con quattro invasi che raggiungono la classe buona nel triennio 2018-2020. Nell’ultimo triennio 2021-2023 si osserva invece un’inversione di tendenza, con il 71% dei corpi idrici (tutti quelli che è stato possibile monitorare) in classe sufficiente. I dati evidenziano un generale peggioramento della qualità chimica, con la percentuale dello stato non buono che raggiunge il 43% nell’ultimo triennio considerato.

Classificazione dello stato ecologico dei LAGHI
Andamento 2013-2023
Classificazione dello stato chimico dei LAGHI
Andamento 2013-2023
   

 


   
(*) La sovrapposizione dell'anno 2015 nei due trienni 2013-2015 e 2015-2017 è dovuta ad una revisione operata al termine del sessennio 2010-2015 al fine del riallineamento dei dati di monitoraggio per la predisposizione dei Piani di Gestione Distrettuali.
   
LE POSSIBILI CAUSE DEL PEGGIORAMENTO NEL TRIENNIO 2021-2023

Il generale peggioramento della qualità ecologica e chimica dei corsi d’acqua e degli invasi può essere attribuito a diversi fattori, alcuni dei quali correlati anche a variazioni nei metodi di indagine rispetto ai trienni precedenti.
Tra questi, in particolare, l’ampliamento dei parametri chimici monitorati a partire dal 2022, con l’inclusione di nuovi residui fitosanitari tra i quali il glifosato ed i suoi metaboliti, e le sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), e l’introduzione del monitoraggio chimico sul biota (organismi viventi), che si è affiancato a quello tradizionale sulle acque.
Infine, il susseguirsi di eventi climatici estremi, come alluvioni e siccità, ha certamente influito sull’idrologia dei fiumi e sulla loro capacità di diluire gli inquinanti nonché di sostenere le comunità biologiche, influenzando sia lo stato ecologico che lo stato chimico.

   

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