attività acque sotterranee
Monitoraggio nella Regione Marche
La Regione Marche ha provveduto, in base ai criteri procedurali indicati nel DLgs 30/2009, all’identificazione dei complessi idrogeologici e quindi degli acquiferi, descritti DGR N. 2224 del 28/12/2009. I principali complessi idrogeologici individuati sono rappresentati da:
- DQ – Alluvioni delle depressioni quaternarie
- AV – Alluvioni vallive
- CA – Calcari
- LOC – Acquiferi locali
- STE – Formazioni sterili
Queste cinque tipologie rappresentano il quadro ove ricollocare gli acquiferi e successivamente i corpi idrici sotterranei (CIS). Sono stati quindi distinti dai complessi idrogeologici non acquiferi (Formazioni sterili, dette anche aquiclude – STE):
- gli acquiferi dei calcari – CA
- gli acquiferi delle alluvioni vallive – AV
- gli acquiferi delle alluvioni delle depressioni quaternarie – DQ
- gli acquiferi locali – LOC
Delimitando gli acquiferi, o porzioni di acquifero sono stati individuati i seguenti CIS:
- 15 CIS all’interno dei Calcari
- 20 CIS nelle Alluvioni vallive
- 6 CIS negli acquiferi locali
I CIS così individuati sono stati sottoposti ad un’analisi di rischio per valutare la loro capacità di raggiungere o meno gli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla Direttiva 2000/60/CE e di conseguenza sono stati suddivisi in due categorie “a rischio” e “non a rischio”. L’analisi è stata effettuata sulla base delle attività antropiche presenti nel bacino idrografico e dei dati di monitoraggio ambientale.
Complessivamente sono stati rilevati 23 CIS a rischio, dei quali la maggior parte appartiene al complesso idrogeologico delle alluvioni vallive, e 18 CIS non a rischio dei quali la maggior parte localizzata nei calcari.
Il monitoraggio richiesto deve consentire di valutare sia lo stato quantitativo della risorsa, sia lo stato chimico; che avviene attraverso un “monitoraggio di sorveglianza” ed un “monitoraggio operativo”, quest’ultimo da eseguire solo sui CIS a rischio. Il monitoraggio di sorveglianza viene invece applicato su tutti i corpi idrici.
Lo stato chimico “buono” viene raggiunto qualora le concentrazioni di inquinanti rinvenute nel CIS non presentino effetti di intrusione salina e non superino gli standard di qualità ambientale ed i valori soglia di cui alle Tab 2 e 3 dell’All. 3 al DLgs 30/2009. Invece il raggiungimento dello stato quantitativo buono prevede che la media annua dell’estrazione a lungo termine non esaurisca le risorse idriche disponibili, cioè non mostri diminuzioni significative delle medesime risorse.
Alla luce dei nuovi criteri di individuazione dei CIS, è stata revisionata anche la rete di monitoraggio ARPAM per le acque sotterranee.
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