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Bassa frequenza

Le principali sorgenti di campi elettromagnetici a bassa frequenza (ELF) presenti nell’ambiente esterno possono essere così raggruppate:

  •       elettrodotti ad altissima tensione (AAT), con una tensione pari a 220 e 380 kV;

  •       elettrodotti ad alta tensione (AT), con una tensione compresa tra 30 e 150 kV;

  •       elettrodotti a media tensione (MT), con una tensione compresa tra 1 e 30 kV;

  •       cabine di trasformazione primarie e secondarie.

Le grandezze fisiche che caratterizzano l’inquinamento elettromagnetico ELF sono fondamentalmente le seguenti:

  •       campo elettrico E, espresso in Volt per metro (V/m);

  •       campo magnetico H, espresso in Ampère per metro (A/m);

  •       induzione magnetica B, espressa in Tesla (T).

Fra il campo magnetico e l'induzione magnetica, nel vuoto ed anche nei tessuti biologici, c'è una diretta proporzionalità che è rappresentata dalla permeabilità magnetica nel vuoto, per cui è sufficiente valutare o misurare una di queste grandezze per poter  ricavare anche l'altra. I campi ELF variano molto lentamente nel tempo e pertanto è possibile considerare il campo elettrico ed il campo magnetico come due grandezze fra loro indipendenti.

Nel caso di elettrodotti, il campo elettrico dipende essenzialmente dalla tensione della linea. Poiché la tensione di esercizio della linea è una grandezza che varia poco significativamente nel tempo, anche la grandezza campo elettrico avrà delle variazioni poco significative, per cui le misure in qualunque momento vengano effettuate hanno sempre una rappresentatività elevata.

Nel caso invece del campo magnetico, questa grandezza è funzione essenzialmente dell'intensità della corrente che circola nella linea e quest’ultima è una grandezza che varia notevolmente in funzione della richiesta degli utilizzatori, nelle varie ore della giornata, nei vari giorni della settimana, nei vari periodi dell'anno. Questo significa che anche la grandezza ad essa correlata – il campo magnetico o l'induzione magnetica – presenta notevoli variazioni da un punto di vista temporale. Quindi, per poter avere delle misure che siano rappresentative dei livelli di inquinamento elettromagnetico presenti, è necessario effettuare misure prolungate nel tempo oppure, qualora si facciano delle misure istantanee, conoscere le modalità di funzionamento della linea, cioè l'intensità della corrente che circola nella linea all'atto delle misure stesse e l'intensità della corrente media e massima sulla linea stessa, in modo da poter correlare i risultati delle misure istantanee, effettuate con un certo carico, alla situazione di carico medio o di carico massimo di quella stessa linea.

Per quanto riguarda le cabine di trasformazione primarie e secondarie, è bene precisare che il campo magnetico prodotto da questa tipologia di sorgenti risulta molto confinato da un punto di vista spaziale, per cui è sufficiente allontanarsi di pochi metri per le cabine secondarie o poche decine di metri per le cabine primarie, per ottenere valori di campo magnetico che decadono molto rapidamente fino a livelli dello stesso ordine di grandezza del fondo ambientale.

  • Catasto nazionale delle sorgenti ELF

La legge nazionale n. 36, del 22 febbraio 2001, prevede (art. 7) l’istituzione di un catasto nazionale delle sorgenti di campo elettromagnetico che opera in coordinamento con i catasti regionali.
La realizzazione di una base dati nazionale condivisa ha consentito il raggiungimento dei seguenti obiettivi:

- realizzazione di basi dati regionali coerenti e omogenee dal punto di vista del contenuto informativo;

- realizzazione del catasto nazionale come sommatoria di un nucleo di informazioni disponibili presso i catasti regionali.

La struttura della base dati è stata definita all’interno del progetto del Tavolo Tecnico Interagenziale sui Campi Elettromagnetici, un percorso di analisi condotto sulla base di esperienze operative di diverse Agenzie Regionali e sulla base di un precedente lavoro di confronto e approfondimento su standard informativi condivisi riportati nel Rapporto RTI CTN_AGF 4/2001 “Standard per la realizzazione delle banche dati delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico (alte e basse frequenze)” e nel Rapporto CTN:AGF 2/2004 “Definizione di standard informativi e di procedure di gestione del catasto delle sorgenti di inquinamento elettromagnetico”.

Nel catasto ELF gestito dall’ARPAM e presente sul PFR (Punto Focale Regionale) sono attualmente censiti tutti gli elettrodotti AAT e AT e le stazioni di trasformazione primarie.

  • Individuazione      delle potenziali criticità per interferenze della rete TERNA con i sistemi      insediativi (Allegato D - DGR 689/2007)

La Regione Marche, con il supporto dell’ARPAM, sulla base dell’allegato D della DGR 689/2007, ha avviato una prima ricognizione sul territorio regionale per l’individuazione dei sistemi insediativi esistenti nelle vicinanze degli elettrodotti della rete TERNA con tensione di 132 kV, 220 kV e 380 kV, al fine di evidenziare situazioni “critiche” per quanto riguarda l’esposizione ai campi magnetici da questi generati, allo scopo di predisporre progetti di risoluzione delle principali criticità risultanti, secondo una specifica scala di priorità.

Allo scopo l’ARPAM ha individuato su cartografia gli elettrodotti della rete TERNA presenti sul territorio di ciascun Comune della Regione Marche, con associata la rispettiva Distanza di Prima Approssimazione (Dpa) calcolata secondo la metodologia indicata dal DM 29/05/2008 e che garantisce il rispetto dell’obiettivo di qualità di 3 μT previsto dal DPCM 08/07/2003. Nei casi complessi quali parallelismi, deviazioni o incroci degli elettrodotti è stata individuata l’Area di Prima Approssimazione (APA), al posto della Dpa.

 

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